Bari, la "benedizione degli animali": un'antica tradizione nel segno di Sant'Antonio Abate
Letto: 6336 volte
venerdì 22 gennaio 2021
Letto: 6336 volte
di Federica Calabrese - foto Antonio Caradonna
Una cerimonia che, essendo legata alla figura di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici, si svolge lì dove si trova la statua lignea del santo, ovvero nella chiesetta di Sant’Anna, in strada Palazzo di Città. Prima ancora la celebrazione si teneva invece nel tempio che si trova sotto il Fortino, che ha ospitato la scultura predetta sino al 1995. (Vedi video)
Ma perché proprio Sant’Antonio? Tutto nasce in Germania, nel lontano Medioevo, quando era consuetudine che ogni villaggio allevasse dei maiali da destinare all'ospedale dove prestavano servizio i monaci di sant'Antonio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ben presto però gli abitanti iniziarono a lamentarsi del libero scorrazzare degli animali nelle vie e si provò a eliminarli, in modo da vietarne la circolazione. Ma, dato il loro largo impiego come cibo per malati e unguenti di ogni tipo, la decisione venne ampiamente contrastata dai religiosi, i quali fecero così in modo che i suini acquisissero un'aura di sacralità. Fu messa in giro la voce che Sant’Antonio si sarebbe vendicato con chiunque li avesse cacciati, procurando nel colpevole una terribile malattia: il cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”.
In più una leggenda racconta che fu proprio l’abate, mentre una foresta bruciava, a suonare un campanello salvando da morte sicura alcune bestiole, primo fra tutti un porcellino. Maiale che da allora accompagna sempre il santo nelle sue raffigurazioni pittoriche e scultoree.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E così a Bari ogni 17 gennaio, giorno della festa di Sant’Antonio, i cittadini omaggiano l’abate con i loro animaletti. Un tempo in chiesa entravano maiali, agnelli, galline, oggi invece il rito è più che altro riservato a creature da compagnia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci siamo quindi recati a Sant’Anna alle 9.30 di domenica scorsa per assistere alla benedizione. Di mattina, perché a causa del Covid quest’anno la cerimonia è stato anticipata di parecchie ore (si è sempre infatti tenuta alle 19).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra l’altro a causa della pandemia e anche per la coincidenza con un altro particolare evento che si tiene ogni domenica in questa chiesa (la “benedizione dei neonati”), il rituale si è svolto un po’ sottotono. Gli amici a quattro zampe non hanno infatti potuto sedere tra i banchi e hanno dovuto attendere fuori per poter ricevere la consacrazione. In più non si è tenuta la consueta processione tra le vie del centro storico, quella durante la quale viene suonato il campanello e raccontata la leggenda legata alla festa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma nonostante tutto tre coppie di fedeli, accompagnati dai loro cagnolini, si sono comunque presentate per rispettare la consuetudine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per prima giunge Luna, esuberante cucciola maculata di 4 mesi che non perde tempo ad annusare e mordicchiare tutto ciò che è a portata di zampa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Più piccolo di stazza è Freddy, cavalier maschio di 6 mesi avvolto in un cappottino rosso rubino, che ci raggiunge subito dopo. «Qui ho fatto battezzare tanto tempo fa le mie figlie – sottolinea la sua padrona Marilena -. Ora loro sono grandi, ma ho voluto continuare la tradizione anche con l’ultimo arrivato». Poi ci confessa scherzosamente che Freddy, minuto e delicato, «ha proprio bisogno di una benedizione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il terzo a presentarsi è Jimmy, barboncino bianco di 9 mesi anche lui “vestito” di rosso. La sua padrona, Stella, non conosceva l’usanza fino qualche mese fa. «È stato il prete che ha sposato me e mio marito a farcela scoprire – ci dice –, e così quest’anno ne abbiamo approfittato per portare qui il nostro cagnolino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non resta ora che attendere il sacerdote che, a metà messa, munito di aspersorio e secchiello con acqua santa, raggiunge l’esterno per svolgere il tanto atteso rito. I tre animali, in braccio ai loro padroni, vengono disposti in fila davanti all’officiante che consacra ognuno di loro per due volte, prima di fare il segno della croce e tornare in chiesa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Rimessi a terra dopo l’inaspettato bagnetto Luna, Freddy e Jimmy cercano di leccar via le goccioline d’acqua dal loro muso, per poi lanciarsi tutti insieme in corse e giochi “benedetti” anche dai loro padroni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Gianni De Bartolo) la benedizione degli animali avvenuta il 17 gennaio a Sant’Anna:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita